Per un Natale di Pace?

Cari aclisti, quest'anno è forse ancor più difficile fare degli auguri di Natale. Cristo "nostra pace" (Ef 2,14) sarà il centro del Natale dei credenti e però per moltissimi di questi sarà enormemente lontano. Il Signore Gesù che ha abbattuto il muro che separava i popoli si trova a dover contemplare come noi la divisione e la fatica crescente di questo nostro mondo. Le notizie trasmesse dai social e dai media tradizionali ci affannano e ci portano ancora più all’evidenza l’impossibilità della riconciliazione. Qualche mese addietro si diffuse una stima del numero dei morti per la guerra in Ucraina: seicentomila. Se così fosse (ma anche se fossero “solo” la metà) sarebbe raggelante pensare di trovarsi davanti a quasi lo stesso numero dei morti della prima guerra mondiale per l’Italia. Ogni sperduta frazione avrebbe una lapide davanti alla quale piangere e dietro la quale covare rancore per molti anni. Dalle guerre nascono guerre, il novecento ce lo ha mostrato.
E allora noi, aclisti biellesi, cosa possiamo fare? Possiamo nel nostro piccolo iniziare a chiedere il bando delle armi atomiche, possiamo iniziare a chiedere ai nostri politici e rappresentanti che cosa pensano e come vorrebbero orientare la NATO e tutti gli altri organismi sovranazionali, per chiedere loro se quegli orientamenti e pensieri che hanno in testa (ammesso che ne abbiano) siano conformi o meno all’articolo 11 della nostra Costituzione. Sia ben inteso, la strada non è un pacifismo debolista, che non va da nessuna parte, ma una idea chiara: come si costruisce la
guerra bisogna costruire la pace.
Allora carissimi, facciamocelo questo augurio: muoviti anche tu per un Natale di Pace!
don Emanuele